Come si crea o, meglio, come creo le fotografie dei miei progetti personali? Capitolo III dedicato all’esecuzione dello scatto. Se non hai ancora letto i primi due capitoli dedicati all ricerca ed analisi e sopralluogo clicca qui.
Arrivato finalmente il momento di scattare la serie di fotografie, abbiamo (Sebastiano, Michele, Alberto, Valentina ed io) prestato particolare attenzione alle luci ed ai colori. Per il progetto stesso ma soprattutto per rendere la serie il più efficace e credibile possibile, il colore ha svolto un ruolo fondamentale.
Luce ambiente
Inizialmente ero leggermente preoccupato per la luce naturale / artificiale dell’officina, ma una volta trovato il primo angolo di ripresa, sposare quella stessa luce si é rivelato essere un punto di forza dello scatto stesso. Creando un gioco di luci e coerenza cromatica tra le varie fonti (utilizzando una serie di gel correttivi) siamo, a mio avviso, riusciti a produrre una serie di immagini che vivono di vita propria ma, unite, in grado di raccontare se non proprio una storia quantomeno un personaggio, ossia l’operatrice WAC.
L’officina é dotata di una serie di lampade al neon ed altre classiche al tungsteno ed in più, per due dei quattro scatti abbiamo inserito una terza torcia diventata poi la luce principale; luce calda che ho volutamente smorzato quel tanto da non spiccare “eccessivamente” contro le luci al neon che ho virato più al ciano desaturato che al verde e questo ha creato un elegante gioco di tonalità complementari, perfettamente in linea con quelle che ritengo essere dell’epoca.
Attenzione: l’intenzione di queste impostazioni non é quella di “invecchiare” (ulteriormente in post produzione) le immagini ma di renderle stilisticamente vicine all’epoca di riferimento. In più credo che in generale il mio stile volga verso quello cinematografico quindi l’influenza del grande schermo é sicuramente forte.
Flash
Per il primo scatto, che tra l’altro ha dato il “là” per quelli successivi abbiamo piazzato un Profoto D1 con un grande ombrello da 7″ in alto alle spalle di Valentina ed a sinistra della macchina. La funzione di questa luce era di “aprire” un po’ le ombre nell’ambiente con una direzione coerente con l’illuminazione dell’officina stessa. La “coerenza” rende il tutto meno artificioso.
Il flash é stato gellato per avere la stessa tonalità del neon visibile sullo sfondo.
Per Valentina abbiamo scelto di utilizzare la classica torcia da officina meccanica, ovviamente al tungsteno. Come anticipato non ho compensato con un bilanciamento del bianco verso tonalità neutre, bensì ho mantenuto i toni caldi della torcia, strategicamente posizionata per illuminare il viso di Valentina creando ombre interessanti.
Questo primo scatto ha quindi dettato la logica e lo stile di quelli seguenti, sempre sposando e rafforzando la luce ambiente con particolare attenzioni alle tonalità ed alla “forza” della luce stessa.
Gli altri scatti sono visibili nel portfolio – categoria “history“
Seguono quindi gli splendidi scatti di Sebastiano che ha seguito e documentato (come sempre) il dietro le quinte.