Due o tre volte l’anno ho il piacere di partecipare come “professionista sul campo” ai workshop organizzati da Pixcube ed una delle cose che consiglio sempre é di conoscere al meglio gli strumenti che utilizzate per creare le vostre immagini, senza lasciare nulla, o il meno possibile, al caso; la macchina fotografica, le sue impostazioni manuali / automatiche, i flash, i modellatori ecc. sono fondamentalmente quelli che mi piace chiamare i “pennelli” del fotografo. Senza approfondire eccessivamente l’argomento, fotografia = luce modellata a nostro piacimento; e per luce intendo qualsiasi forma di illuminazione, dal sole ad una piccola torcia tenuta in mano.
Negli anni, tra la mia e quella del mio socio Paolo, abbiamo accumulato un bel po’ di attrezzatura nello studio: “light shapers” di ogni tipo e ciascuno “modella” la luce in un dato modo. Non si tratta di luce giusta o sbagliata, bella o brutta, ma semplicemente dal carattere differente, un po’ come le persone. La luce può essere morbida, dura, diretta, indiretta, contrastata, diffusa, tenue, rimbalzata, colorata… tutto sta nel leggerla, conoscerla.
Sulla rete trovate una miriade di tutorial di fotografia quindi non mi dilungo ulteriormente.
Sebastiano [il mio assistente/consulente ma soprattutto amico paziente che mi segue nelle piccole grandi avventure fotografiche] ed io effettuiamo spesso dei test: che si tratti di pre-light per un lavoro commissionato, o di progetti personali non ha importanza. Ciò che desidero é conoscere al meglio i miei pennelli.
Condivido quindi un recente test fatto con 2 Octa ed un ombrello nelle loro possibili combinazioni. Abbiamo accuratamente mantenuto la stessa esposizione e posizione del flash (un Profoto D1 da 500Ws) per ciascuno scatto in modo da confrontare tra loro il comportamento / carattere della luce.
I due Octa Rotalux (un mini Octa 175 ed un Deep Octa) hanno 2 teli di diffusione rimovibili quindi siamo partiti da un setup senza diffusori, un successivo scatto con il solo diffusore interno ed un ultimo scatto con l’aggiunta del diffusore esterno, sempre aggiustando la potenza del flash per un’esposizione ad f8. [nota geek: 6/10 di stop di differenza all’aggiunta di ciascun diffusore].
Il grande ombrello (se non erro 7 piedi) con un rivestimento interno bianco, ha invece la sola possibilità di aggiungervi un solo telo di diffusione esterno. Nota bene che il nostro ombrello é a luce riflessa e non diretta.
Setup: modellatore nudo, ossia senza alcun diffusore applicato – notare anche la differenza di illuminazione dello sfondo.
Per ciascun setup dei 3 diffusori abbiamo effettuato un secondo scatto ad una distanza maggiore dal soggetto (il buon Sebastiano) per valutarne ulteriormente la diffusione.
Come potete vedere dai differenti screenshot della finestra di Capture One Pro, ciascun modellatore, nelle svariate impostazioni, produce una luce differente (differente output con e senza diffusore, per un differente output tra i modellatori). Sotto alle foto potete leggere il nome del modellatore. Qui la differenza tra il Mini il Deep e l’Ombrello con tutti i diffusori applicati.
Nessuna delle seguenti immagini é post prodotta se non per il bilanciamento del bianco che, curiosamente [ma me lo aspettavo], variava in base al numero di diffusori applicati (generalmente scaldando lievemente l’immagine).
Ripeto, non c’è una luce giusta o sbagliata ma semplicemente “parole diverse” per raccontare la stessa storia.
Ho tratto le mie conclusioni osservando attentamente ciascuno scatto, ed in base a ciò che vorrò ottenere dal prossimo servizio fotografico, saprò cosa utilizzare.