Come fotografo professionista ho imparato che sì una fotografia vale più di mille parole, ecco perché la sua indicizzazione sui motori di ricerca diventa fondamentale.
Mi capita spesso di assistere alcuni clienti con l’allestimento del proprio sito, di qualsiasi genere, soprattutto se ricco di fotografie; ecco spesso, se non sempre, la maggior parte di noi sottovaluta l’efficacia, non solo estetica, di queste stesse fotografie.
Senza addentrarci subito in tecnicismi del settore pensate semplicemente a quando effettuate una ricerca sul web ed in particolare tramite Google: in cima ai risultati trovate la voce “immagini”. Ovviamente in questo tab ci saranno i risultati, per immagini, correlati alla vostra ricerca, e questo non solo per i più pigri che non hanno voglia o tempo di leggere (penso a mio padre ad esempio 🙂 ) ma anche per chi effettivamente ha bisogno di un riscontro grafico/fotografico/video della propria ricerca.
Vi siete mai chiesti come faccia Google a proporre quelle immagini? Sicuramente grazie a complicatissimi algoritmi in grado effettivamente di riconoscere il contenuto di un’immagine, ma soprattutto grazie ai metadati, ossia tutte quelle informazioni che un’immagine si porta in tasca, non direttamente visibili all’utente.
Ora ovviamente i più fighi, o come si dice dalle mie parti, i più ganzi di voi diranno: “deh, Umberto, hai scoperto l’acqua calda e mi hai fatto perdere tempo leggendo questi primi paragrafi”. Anche a voi chiedo solo ancora un attimo di pazienza perché forse qualche briciola di informazione utile ve la posso ancora passare.
Bene, questi metadati sono in parte allegati alle immagini in automatico dalla vostra macchina fotografica, reflex entry level, smartphone o Hasselblad da 20K Euro che sia. Tra questi ad esempio i dati di esposizione, eventuali coordinate GPS, il vostro nome e copyright se lo avete inserito nelle impostazioni della macchina, e così via.
Inutile dirvi che questi dati sono molto importanti e possono aiutarvi a portare il cosiddetto “traffico web” al vostro sito o canale social.
Ma non finisce qui! Potete ulteriormente aiutare le vostre foto ad aiutarvi a loro volta e questo con solo un po’ di pazienza e spremuta di succo di meningi nel trovare quelle due o tre paroline che fanno al caso vostro.
In realtà mi sto un po’ auto-compiacendo per questa mia trovata che non fa altro che aiutare questo post ad essere trovato da voi… toh, l’indicizzazione!
Nomi dei file
Il primo passo, ammesso che importiate le foto con qualche software di gestione come Lightroom, Bridge o, per chi usa mac, l’applicazione Foto che gestisce anche quelle scattate con l’iPhone, é di modificare il nome del file stesso. La maggior parte delle macchine fotografiche salva i file con nomi come IMG_123.jpg che ovviamente non hanno alcun riferimento al contenuto della foto o dell’autore stesso.
É quindi cosa buona e giusta assegnare alle foto nomi descrittivi e vi consiglio di farlo senza spazi come nell’esempio che segue: Location_Scouting_Italia_Lerici_Cava.jpg per un’immagine come la seguente:
- Lerici é il borgo che si vede al centro.
- Location_scouting é una sezione del mio sito rivolta appunto a cercare location adatte per servizi foto / video.
- Italia aiuta gli utenti a identificare ulteriormente il logo in cui é stata scattata la foto.
- Cava é un ulteriore riferimento logistico per chi conosce la zona.
Questo discorso vale per qualsiasi destinazione del file: che venga passata ad un cliente, caricata nel vostro portfolio online oppure nella vostra timeline di Instagram.
Del resto é logico, no? Pensate a quando vi presentate ad un persona: usate il vostro nome, non il codice fiscale!
Affrontati i fondamentali torniamo sul concetto di arricchimento dei metadati.
L’immagine di Lerici é stata scattata con un iPhone e quindi importata nell’applicativo Apple “Photos” tramite il quale ho accesso ai suddetti metadati cliccando su Command+i (che sta per info). Qui ho inserito i dati più importanti per una corretta indicizzazione della fotografia.
La descrizione ed i tag, ossia le parole chiave della foto. É qui che entra in gioco la spremuta di meningi con l’aggiunta di un cucchiaino di logica.
Mettetevi nei panni di chi volete che arrivi alla vostra fotografia e quindi a voi: cosa scriverà nel pannello di ricerca di Google? Un turista che non conosce bene Lerici o un filmmaker alla ricerca dello scorcio adatto per il proprio film? Vorrà qualcosa in centro città o su un sentiero in mezzo al bosco? Con o senza vista sul mare?
Le parole della sua ricerca dovranno essere tra i metadati della vostra fotografia perché questa appaia tra i tanti risultati. Più mirati ed attinenti questi dati, più alta la possibilità di risultare tra le prime proposte del motore di ricerca.
In questo caso, dato che desidero che l’immagine rimandi alla mia pagina di Location Scouting dedicata a Lerici, ma soprattutto perché appaia tra i risultati di ricerca di chi desidera informazioni sul luogo, ho inserito innanzitutto dei tag con il nome di ogni luogo visibile nella fotografia (Lerici, nomi delle isole, Golfo ecc.), poi ho pensato anche al tipo di luogo in cui mi trovavo quando l’ho scattata: un sentiero del CAI (potrebbe essere trovata da chi pratica ad esempio escursionismo) con un panorama mozzafiato e così via.
Come vedete c’è anche un campo dove inserire una descrizione che non assomigli alla voce artificiale di un navigatore e più comprensibile a tutti. Nel campo descrittivo, che tornerà utile a breve, non bisogna fare altro che descrivere il contenuto della foto. Non bisogna essere troppo concisi ma nemmeno eccessivamente prolissi, così come non bisogna scrivere di cose che effettivamente non appaio nella fotografia altrimenti i motori di ricerca come Google se ne accorgono e potrebbero penalizzarvi con i risultati di ricerca poco efficaci.
Faccio un esempio di descrizione non attinente:
Veduta di Lerici a pochi km dall’uscita del casello autostradale di Sarzana o La Spezia. Località con ottime strutture ricettive scelta da poeti come P.B. Shelley e Lord Byron come dimora e luogo d’ispirazione per le proprie opere letterari.
Tutte cose vere ed attinenti al luogo in sé ma non in particolare alla fotografia.
Esempio forse più efficace ed utile non solo per l’indicizzazione ma anche per chi effettivamente vedrà la fotografia:
Veduta di Lerici e del Golfo con le Isole Palmaria e Tino. Immagine scattata lungo il sentiero CAI in località Cava.
Notare che la mia descrizione é assolutamente legata ai contenuti della foto stessa. E qui il solito “ganzo” di turno dirà:”CAI?? E come fa uno a saperlo?” Vedi segno rosso/bianco sulla roccia di destra ad indicare appunto un sentiero del Club Alpino.
Descrizione, Alt text, WordPress, Instagram, Maps ecc.
Spero di non avervi persi od annoiati eccessivamente e in caso vi chiedo di resistere ancora un briciolo perché ormai ci siamo. Orami avete fatto quasi tutto il possibile perché la vostra fotografia dalle mille e più parole venga indicizzata come merita!
Se ad esempio utilizzate uno strumento come WordPress per gestire il vostro sito o blog, vi sarete accorti della presenza di un paio di campi editabili al momento del caricamento di una fotografia o media di altro genere: didascalia / testo alternativo / descrizione
Quello più importante é il testo alternativo, ossia quel testo che il vostro sito, il motore di ricerca o canale social, caricheranno per i non vedenti ed in caso la fotografia non fosse, per qualche motivo visibile o disponibile. Questo é il famoso testo che deve essere il più possibile attinente e descrittivo. Questo campo é così importante da aver spinto gli sviluppatori di Instagram ad aggiungere l’opzione “alt text” nel momento in cui preparate il vostro prossimo post. Lo trovate in piccolo e grigio alla voce “impostazioni avanzate” nella schermata di editing del post stesso.
Con WordPress ad esempio é molto probabile che il testo scritto nel campo “descrizione foto” del passaggio precedente (applicazione FOTO del vostro MAC… vedi sopra) venga automaticamente inserito nel campo “didascalia” il che può anche andar bene, ma ricordate di copiarlo ed incollarlo anche nel campo “testo alternativo“.
La didascalia non é altro che il testo che apparirà sotto alla foto una volta pubblicata sul vostro post. Nel caso esempio ho preferito, dato che si tratta di un’immagine della mia sezione di Location Scouting, pubblicare come didascalia le coordinate GPS del luogo in cui é stata scattata.
Il tema WP che utilizzo non stampa invece il contenuto del campo “descrizione” quindi inutile copiarvi dentro il testo.
Sopravvissuti? Snack e caffè metabolizzati?
Riassumendo, i passaggi sono sostanzialmente 2/3: nome del file, meta-descrizioni ed eventualmente correzione delle stesse a seconda dello strumento di pubblicazione.
Naturalmente software dedicati vi permettono di aggiungere un sacco di altri metadati che non faranno altro che definire maggiormente l’identità della foto da voi pubblicata.
Ogni giorno vengono caricate miliardi di immagini ed uscire dal mucchio é veramente difficile. Abbiamo però a disposizione validi strumenti per indirizzare meglio le nostre immagini e non sfruttarli sarebbe veramente un peccato.
Del resto, se abbiamo caricato sul web una foto, lo abbiamo fatto perché questa venga vista, perché porti eventualmente l’utente da qualche parte di suo e/o nostro interesse.
Io sono David Umberto Zappa, fotografo commerciale dello studio duzimage e spero che questo (non) breve articolo, vi possa aiutare a raggiungere risultati soddisfacenti con le vostre fotografie.